Pensiamo al futuro con la pianificazione patrimoniale
A casa vostra guadagnate 2000 euro al mese ma ne spendete, sistematicamente, 2500.
Avete due possibilità.
La prima.
Grattate 500 euro dal vostro patrimonio, se lo avete. Erodendolo, of course.La seconda.
Vi indebitate.
Non potreste permettervelo, visto che il vostro bilancio è in rosso. Ma lo fate lo stesso, qualcuno si fida di voi e vi presta dei quattrini.
Che dovrete restituire.Ciò che accade a casa vostra accade in qualsiasi sistema economico. Stato compreso.
I sogni che vi vendono in campagna elettorale sono spese.
Ogni spesa va coperta.
Ogni spesa non coperta diventa debito pubblico.
Più debito implica più interessi da pagare.
Più interessi da pagare implica più tasse.Ogni promessa non sostenibile è un fardello fiscale scaricato sulle prossime generazioni.
Fine della storia.Detto questo, liberi di pensare che dal 5 marzo sarà 3 volte Natale e festa tutto l’anno.
Come cantava Lucio.La realtà sarà sempre un’altra.
Prof. Andrea Rocco, formatore e consulente, socio e partner di Ecomatica.
Questa analisi del professor Andrea Rocco – professionista verso cui nutro una grande stima – mi è capitata sotto gli occhi su Facebook e ho deciso di condividerla con te perché il tema del debito pubblico (e delle sue conseguenze sulla vita delle persone) ci riguarda tutti da vicino. Vediamo di approfondirlo assieme.
Il debito pubblico riguarda anche te (e il tuo futuro)
L’Osservatorio dei conti pubblici italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha prodotto un documento molto interessante che sintetizza e analizza tutte le promesse elettorali fatte in vista delle elezioni del 4 marzo e la loro realizzabilità. Nel documento puoi trovare l’analisi integrale ma qui voglio concentrarmi su due grafici in particolare.
Il primo riguarda il costo delle misure proposte e le coperture previste.
C’è poco da commentare: le proposte vengono fatte ma alla fine i dati dicono che mancano coperture da 38 a 64 miliardi di euro!
Il secondo grafico riguarda invece il rapporto debito/Pil al 2022. Anche in questo caso sono messi in evidenza gli obiettivi dichiarati dai partiti e le stime dell’Osservatorio.
Ed ecco che le parole del professor Rocco tornano a ricordarci che le spese, in quanto tali, devono essere coperte e che quelle che non lo sono vanno ad alimentare il debito pubblico, e a cascata gli interessi e le tasse.
Ma vediamo adesso dove vengono spesi i soldi pubblici e dove NON vengono spesi.
La spesa pubblica italiana tra 2008 e 2018
Negli ultimi 10 anni, la spesa pubblica italiana è aumentata del 20,5%, passando da 707 a 852 miliardi. Cosa è cambiato nello specifico? Il grafico qui sotto (elaborato da Truenumbers su fonte MEF) mostra quali spese sono aumentate e quali diminuite, e in quali percentuali, tra 2008 e 2018. Le spese per le politiche del lavoro (che riguardano voci importanti come gli incentivi per l’occupazione e i sussidi per la disoccupazione) e per la tutela della salute sono aumentate, ma vale lo stesso anche per le spese per coprire i conti in rosso dell’INPS (+42,9%).
È diminuita, invece, la spesa in ricerca e innovazione (-3,6%) e quella per l’istruzione universitaria e la formazione post-universitaria, mentre quella per l’istruzione scolastica cresce meno della media (+9,5%).
Alla luce di tutto questo, conviene fermarsi e farsi qualche domanda. Dobbiamo capire cosa possiamo e dobbiamo fare per il nostro futuro e quello della nostra famiglia. Quale istruzione vuoi per i tuoi figli? Quale sicurezza finanziaria desideri? Quale tenore di vita vuoi mantenere?
E una volta che avrai le risposte, non lasciare che il raggiungimento dei tuoi obiettivi dipenda dal caso, ma fai pianificazione finanziaria e patrimoniale, perché Il tuo benessere dipenderà sempre più solo dalle scelte d’investimento che farai. Scelte che devono essere consapevoli, che non devono essere fatte in base a quanto rende questo o quest’altro strumento finanziario, ma in base a cosa vuoi per il tuo futuro.